giovedì 14 luglio 2011

Descrizione Anio Vetus

(Ponte della Mola)

Nel tratto iniziale del percorso da me esaminato, l' Anio Vetus scorre ad una tale profondità da non poter essere visibile . É formato, qui, da un canale sotterraneo, con copertura a lastre in pietra tagliata. Non ci sono tracce evidenti del serbatoio di decantazione vicino Capannelle, ma non doveva essere molto lontano da quello dell'Anio Novus. Oltre Capannelle, le prime rovine dell'acquedotto sono state trovate nel lato ovest del corto tunnel che era attraversato dalla vecchia ferrovia per Napoli. Il canale era di cm.80 di larghezza e m.1,75 di altezza all'interno. Era formato da pietra lavorata, il pavimento era formato da lastre in tufo cappellaccio leggermente concavo nel mezzo. La parte più bassa della muratura era formata da bassi blocchi in cappellaccio,di cm.35 di altezza, mentre la parte più alta è formata di tufo più compatto, di cm.64 di larghezza. La volta è piatta, ed è costituita da lastre di tufo duro di m.2,08 di lunghezza e di circa cm.25 di larghezza. Vicino Tor Fiscale fu trovato un tratto di circa 100 m o poco più, distrutto agli inizi del'900. Il canale, che qui è tagliato nella roccia tenera, è largo m.1,25 ed alto m.2 (queste dovrebbero essere le sue misure in tutto il percorso). L' Anio Vetus aveva anche la caratteristica della presenza di un gran deposito calcareo. É visibile anche un pozzo,con opera cementizia di età augustea. Durante la costruzione della strada militare, una sezione del canale più antico fu trovata all'incrocio di questa strada con Vicolo del Mandrione, ed a circa m.55 dall'Aqua Claudia. Il fondo del suo speco si dovrebbe trovare a m. 52,70 s.l.m Il canale qui è largo cm.95 ed è alto m.1,95, fu tagliato nel cappellaccio friabile e rifinito. La volta era in parte appuntita ed in parte rotonda. Alcuni tratti incerti della volta sono stati ritrovati durante la costruzione della nuova ferrovia per Albano. Il serbatoio nominato prima doveva essere quello che Frontino chiamava il Castellum Viae Latinae contra Dracones, all'altezza del IV miglio1.Lo specus dell' Anio Vetus appare di nuovo nella cava ad ovest di Tor Fiscale, ad una distanza più o meno di m.100. C' è parecchio deposito. Il livello è più che sufficiente: il fondo dello specus si trova infatti a non più di m.52,50 s.l.m. Più vicino a Tor Fiscale ci sono altri canali alti circa m.1,60 e larghi m.0,50 con la copertura a cappuccina. Questi appartengono ad un sistema locale separato, per la raccolta e la conservazione dell' acqua. Il condotto originale dell'Anio Vetus fu fatto, come il suo predecessore,l'Aqua Appia, interamente sotto il livello del terreno, eccetto quando il canale era portato su basse sostruzioni per poche centinaia di metri vicino Porta Maggiore, per essere, poi, reinserito nel terreno. Nella prima parte del suo percorso, in cui discende attraverso le altezze di Tivoli e della Valle dell'Aniene, consisteva in un canale semplicemente tagliato nella roccia, o in un canale di pietra tagliata in un fosso poco sotto il livello del terreno. I ponti erano pochi ed anche di poca grandezza, se si esclude quello del Fosso degli Arci. Nei pressi della città, ed anche dentro, abbiamo l'uso del cappellaccio, la peggiore qualità di tufo grigio friabile. Fu usato anche nelle altre strutture sotterranee del periodo. Abbiamo tracce di vari restauri, come quello del periodo preaugusteo, (ma non quello di Marcio) visibile in tracce di costruzione con pietre tagliate regolarmente ed opera cementizio. Del periodo augusteo abbiamo delle tracce alla sinistra di Via Labicana (canale sotterraneo, ed una facciata in calcestruzzo in opus reticulatum), e,sulla destra di Via Labicana, sostruzioni e canale, con un facciata in opus reticulatum. Dei restauri del periodo flavio, ben attestati dalle monumentali iscrizioni a Porta Maggiore e a Porta Tiburtina, abbiamo solo i muri dei due pilastri vicino la Valle degli Arci, con un muro frammentario dall'altra parte della valle, e qualche porzione del Ponte Taulella, sopra il Rio Secco. Del periodo adrianeo abbiamo il Ponte della Mola, le mura esterne del Ponte Taulella ed un largo serbatoio in città, trovato e distrutto nel 1872.







Bibliografia:
T.Ashby, Gli Acquedotti dell'Antica Roma, Quasar, Roma 1991 (seconda edizione), pp.99-101;

Esther Boise Van Deman, The Building of The Roman Aqueducts, Carnegie Institute of Washington, Washington 1934, pp. 52-53;57-58-59;61-62-63;

C.R.Lamberti, Anio Vetus, in Il Trionfo dell'Acqua, Acque ed Acquedotti a Roma IV sec.a.C-XX sec., Mostra organizzata in occasione del 16° Congresso ed Esposizione Internazionale degli Acquedotti, 31 ottobre 1986- 15 gennaio 1987, Paleani Editrice 1986, p.39;

Z.Mari, Anio Vetus, in Lexicon Topographicum Urbis Romae, Volume I°, a cura di E.M.Steinby, Quasar, Roma 1993, p.45.


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